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Cocktails e Ricette

Il modo migliore per mixare e gustare i prodotti Pallini. Tutti amano un cocktail sopratutto se gli ingredienti sono di prima qualità.

Low Proof Spritz

Bellini

Limoncello Martini

Amalfi Mule

Pallini Spritz

Limone & Basilico

Pallini Zero Spritz

Autumn Spritz

PLB

Pallini Rossini

La storia dei cocktails

Tutti amano un cocktail ben fatto, soprattutto se preparato con ingredienti di prima qualità. Questi possono essere l’anima della festa o un po’ deludenti se fatti in modo errato. L’alcol esiste fin dall’antichità, occasionalmente anche usato come rimedio, ma senza dubbio si è evoluto nel corso dei secoli fino a diventare ciò di cui godiamo oggi.

I cocktail divennero un fenomeno culturale poiché poeti, scrittori, star del cinema e cantanti si riunivano tutti intorno ai cocktail per ogni occasione. In Italia sono diventati famosi cocktail come Negroni, Bellini e Spritz, tra gli altri.

Con l’arrivo degli anni ’50 e ’60, i cocktail erano disponibili e consumati da tutti. Ogni giorno arrivavano nuovi ed eccitanti cocktail a base di alcolici come rum, vodka, limoncello, gin e whisky, tra gli altri. Negli ultimi anni la mixology, ovvero l’abilità dei barman (o della maggior parte di loro) nel creare e preparare cocktail, è diventata un’arte.

La data o luogo di origine specifico per i cocktail è ancora sconosciuto, tuttavia ci sono alcuni articoli e pubblicazioni documentati del XVIII e XVII secolo che menzionano la parola cocktail. Nel 1806 un giornale di New York intitolato The Balance and Columbian Repository menziona la parola cocktail in un articolo. Quando un lettore ha chiesto cosa intendesse lo scrittore con la parola cocktail nell’articolo, l’editore ha risposto: “Cock-tail. Poi, è un liquore stimolante, composto da alcolici di ogni tipo, zucchero, acqua e, amari: è volgarmente chiamato fionda amara, e dovrebbe essere un’eccellente pozione elettorale, in quanto rende il cuore beffardo e audace, allo stesso tempo che confonde la testa. [sic]

Anche se l’origine specifica della parola è ancora un mistero, i cocktail hanno il loro giorno di celebrazione: il 13 maggio noto come The World Cocktail day (che è la data in cui la definizione del cocktail è stata pubblicata su The Balance e Columbian Repository paper)

Ci sono alcune teorie che pretendono di determinare da dove viene la parola cocktail, una di queste dalla definizione originale che l’Oxford English Dictionary aveva per cocktail, che era una parola dell’inizio del XVII secolo: un aggettivo che descrive una creatura con la coda come quello di un gallo, precisamente un cavallo con la coda tagliata, un cavallo da corsa che non fosse un purosangue, il che forse è analogo, dall’idea di uno spirito adulterato.  Un po’ confusa, tuttavia una parola che è diventata parte del nostro lessico quotidiano al giorno d’oggi.

I cocktail divennero popolari nel corso degli anni e nel 1862 fu pubblicato il primo libro con le ricette dei cocktail: How to Mix Drinks; o The Bon Vivant’s Companion del professor Jerry Thomas. Questo tipo di guida per i baristi aveva ricette diverse e classificava le bevande in punch, sour, sling, calzolai, arbusti, flips e altre bevande miste a base di liquore. Con il passare degli anni, i cocktail sono diventati ancora più popolari e sono state pubblicate più guide. Un fattore che ha contribuito a diffondere questa nuova tendenza è stata la produzione in serie di ghiaccio. Sì, qualcosa di semplice come il ghiaccio ma pur sempre un ingrediente chiave per un cocktail. Alcuni cocktail che erano popolari durante questo periodo, e attualmente sono ancora famosi, erano il Rob Roy, Morning Glory Fizz, Old Fashioned e Sazerac. Avanti veloce fino al 1919, quando il proibizionismo passò negli Stati Uniti, i cocktail divennero follemente popolari. Poiché alcol e liquori erano vietati, questi venivano solitamente preparati in distillerie illegali e sotterranee. Il risultato era un alcol di scarsa qualità che di solito era più aspro e più difficile da bere, di conseguenza, l’obiettivo era ammorbidire il gusto e toglierne il limite (e nasconderlo alla legge) Ingredienti fantasiosi come succhi, creme e spezie è diventato parte del gioco. 

Il risultato è stato un flusso di nuovi cocktail dai sapori audaci. I cocktail hanno continuato a crescere in popolarità e stile nel corso degli anni e, quando il proibizionismo è terminato, i cocktail erano già popolari non solo negli Stati Uniti, ma la tendenza si era ampiamente diffusa in altri continenti.

I cocktail italiani: un fenomeno culturale

In Italia i Cocktails sono diventati un fenomeno culturale in cui poeti, scrittori, star del cinema e cantanti si riunivano attorno ai cocktail per ogni occasione. Negli anni ’20 a Firenze, in Italia, il cocktail Negroni, composto da una parte di gin, una parte di vermouth rosso e una parte di Campari, guarnito con scorza d’arancia, fu inventato nel famoso caffè Giacosa dal Conte Negroni. Altri cocktail italiani iconici sono Bellini, Americano, Spritz e Martini. Sono tutti ancora oggi molto apprezzati, gustati durante l’aperitivo o dopo cena.

Il contributo di Pallini alla tradizione del cocktail

Pallini è una delle più antiche e importanti aziende italiane nel settore delle bevande. Con oltre 140 anni di tradizione ed eccellenza, portano i sapori più freschi possibili ai loro prodotti con una combinazione di alta qualità, processi all’avanguardia e precisa attenzione ai dettagli.

Quando si pensa ad un cocktail appetitoso, viene naturale pensare ai liquori Pallini come ingrediente principale. I liquori ei distillati Pallini di fama internazionale hanno sicuramente contribuito alla storia e all’affermazione dei cocktail italiani come forma d’arte. 

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